Innovazione e sostenibilità: due temi particolarmente attuali che spesso si intrecciano nella programmazione di molte aziende che vogliono proiettarsi nel futuro. L’incontro tra queste due strade dà vita ad una serie di posizioni, di strategie, di skills legate al settore green. Alcune azioni che esprimono la stessa esigenza che ha fatto nascere ECCO sono la riduzione dei rifiuti, l’aumento di politiche sostenibili sul territorio e il riciclo dei materiali. Seguendo questi binari, ECCO mira a formare nuove competenze per affrontare al meglio le potenzialità che il modello di economia circolare contiene, creando nuove possibilità professionali attraverso un percorso formativo e la promozione di filiere economicamente sostenibili.
IL PROGETTO ECCO LANCIATO DALLA SEDE DI LEGAMBIENTE A ROMA
ECCO è stato presentato in videoconferenza, in linea con lo spirito di innovazione che passa anche per l’approccio tecnologico, con i 16 Ri-hub sparsi per 13 regioni italiane. Presente all’appello la vicedirettrice di Legambiente Nazionale, Serena Carpentieri, e dei responsabili di ECCO: Lorenzo Barucca e Alessio Di Addezzio, in compagnia di Carlo Andorlini di Legambiente Economia Civile, Nicolas Denis per Reware; il giornalista Marco Gisotti e, dall’Università di Sapienza di Roma, Riccardo Morri.
Insieme hanno introdotto diversi temi: dalla mobilità sostenibile alla ciclomeccanica, sino ai modi per riparare gli elettrodomestici e all’autoproduzione. Per costituire le filiere green, così come si vorrebbe fare tramite
ECCO, servono implementazioni come l’
upcycling, gli orti sociali, il rigenerare i materiali informatici. A partire da queste attività sostenibili, luoghi degradati o abbandonati potrebbero trovare nuova vita come eco-cascine e green stations.
Questo è il quadro che vorrebbe portare in vita il progetto sotto il coordinamento di Legambiente e il finanziamento del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un’operazione che avrà una durata di 18 mesi.
LE 8 ERRE DI ECCO
A introdurre le linee guida del progetto è la stessa Serena Carpentieri: “ECCO ha l’obiettivo di mettere in rete e dare visibilità a tutte quelle realtà circolari che esistono e sostenere quelle stanno per nascere sul territorio, usando come guida le 8 erre del progetto: ridurre, riparare, riusare, riciclare, rigenerare, ripensare, riabilitare e ripartire. Puntare sull’economia circolare e civile non solo per migliorare la nostra qualità di vita, ma anche per favorire inclusione sociale e sviluppare nuove competenze”.
Continua Carpentieri, scendendo più nel dettaglio: “Il progetto ECCO punta a migliorare la vivibilità delle nostre città riducendo la produzione di rifiuti e intercettando oggetti a cui dare una seconda vita attraverso dei poli di comunità, i Ri-hub. Questi poli fungeranno da punto di riferimento dei territori dove diffondere e mettere in pratica i concetti dell’economia circolare. Qui i cittadini potranno indicare problematiche rilevanti a livello locale, in tema di rifiuti e qualità dell’ambiente. I Ri-hub non solo avranno un fine didattico ma con l’avanzamento del progetto diventeranno dei luoghi dove implementare attività sostenibili”.
I 13 POLI DI ECCO
Sono loro il core business del progetto, i 13 Ri-hub che fungeranno da fulcro per il cambiamento territoriale, coinvolgendo diversi attori: cittadini, professori, studenti, associazioni e istituzioni impegnate nell’educazione alla sostenibilità, tutti uniti per la promozione dei principi su cui si fonda il modello di economia circolare. Queste persone verranno sottoposte a momenti di formazione diretta per essere in grado di attivare filiere economiche e sostenibili.
Chi gestirà le operazione saranno i cosiddetti Ri-hubber, ovvero chi sarà selezionato da Legambiente e poi formato durante quattro giornate a Campi Bisenzio in occasione del Festival dell’Economia civile. Questi Ri-hub sono stati distribuiti in diverse città italiane: Torino (Piemonte); Milano (Lombardia); Vicenza e San Stino di Livenza (Veneto); Gemona (Friuli Venezia Giulia); Bologna (Emilia Romagna); Campi Bisenzio (Toscana); Roma (Lazio); Pescara (Abruzzo); Grottammare (Marche); Succivo (Campania); Potenza (Basilicata); Maruggio (Puglia) e Palermo (Sicilia).
COSA C’È DIETRO IL PROGETTO ECCO
Il progetto si basa su un modello di business studiato insieme a Luiss Business School, che ha messo a servizio di ECCO le sue competenze scientifiche. Sarà la stessa scuola a valutare i risultati raggiunti dal Ri-hub di Roma, analizzandone l’impatto sul tessuto sociale.
Scritte nel dna di ECCO ci sono le nuove disposizioni europee relative all’economia circolare, nate in risposta ai dati positivi raccolti per fatturato e livello occupazionale. Al momento l’Italia vede impiegati in questo ambito circa 575 mila lavoratori, con 88 miliardi di fatturato. Molto incoraggiante è anche il fatto che a trovare spazio professionale sono soprattutto i giovani.
Il pacchetto di direttive proposto dall’UE ha tra i focus per l’economia circolare i target di riciclo di almeno il 65% dei rifiuti solidi urbani e del 70% degli imballaggi entro il 2035. Ma non è tutto qui: ci si attende anche un notevole risparmio per le stesse imprese di circa 600 miliardi l’anno e nuovi posti di lavoro (a partire da 500 mila sino a toccare il milione), così come una generale miglioramento delle condizioni ambientali (tra il 2% e il 4% del taglio delle emissioni di gas serra). ECCO si inserisce all’interno di questo piano strategico che, nonostante abbia trovato già la sua forma normativa, non ha ancora avuto un riscontro concreto all’interno delle politiche pubbliche o delle pianificazioni delle singole regioni.
ECCO RENDE TUTTI ATTORI DELLA RIVOLUZIONE GREEN
Grazie all’attivazione di questo progetto, tutti potranno contribuire a dar vita a un centro di filiera green. Sono coinvolti da ECCO scuole, associazioni e cittadini attraverso l’organizzazione di interventi pubblici e attività laboratoriali. Così ognuno dei presenti sarà introdotto alle diverse pratiche di riutilizzo e rigenerazione dei beni che stanno alla base del modello economico circolare.
“Vogliamo evidenziare quello che sarà il valore aggiunto del progetto ECCO, ovvero riuscire a reintegrare giovani nel mondo del lavoro attraverso nuove competenze verdi e l’attivazione di filiere economicamente sostenibili” ha concluso Carpentieri.
L’approccio che propone ECCO a un tema poco conosciuto come quello dell’economia circolare è alternativo e va oltre al semplice recupero dei rifiuti. Tutto ciò che prenderà vita all’interno dei Ri-hub avrà come esempio altri modelli virtuosi. Un esempio? Quello della cooperativa “Insieme” di Vicenza, che gestisce il recupero di materiale usato come vestiti, mobili, libri e oggetti, abbinando questa attività a corsi per inserire al lavoro e tornare ad essere autonomi. Un caso che è stato talmente efficiente da aver ottenuto l’autorizzazione per aprire il primo Centro di riuso in Italia.
Tratto da: MONDOLAVORO.it