Pubblicato il 11 giugno 2020 ore 11:25 da Gianfranco Cipriani
L’indagine e monitoraggio BEACH LITTER è realizzata da Legambiente nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med.
Volontari del locale circolo della Legambiente, hanno svolto mercoledì 10 giugno 2020 l’indagine scientifica presso la spiaggia in località “Marchese” a Campomarino di Maruggio (Ta).
I risultati saranno resi noti a luglio 2020, previo comunicato stampa ufficiale della Legambiente Onlus.
Alcuni scatti fotografici dell’iniziativa:
Presentazione dell’iniziativa:
Indagine Beach Litter 2020
Martedì 9 giugno, la quarta indagine e monitoraggio sui rifiuti spiaggiati a Campomarino, a cura dei volontari dell’APS Legambiente di Maruggio.
Area d’indagine: spiaggia “Marchese“, Campomarino di Maruggio (Ta)
L’indagine BEACH LITTER è realizzata da Legambiente nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med. Dal 2014 i volontari di Legambiente monitorano le spiagge italiane con l’obiettivo di indagare quantità e tipologia di rifiuti presenti sui litorali. Grazie alle organizzazioni afferenti a Clean-up the Med il monitoraggio è stato esteso anche alle spiagge di altri paesi del Mediterraneo.
Stimando il genere più frequente di rifiuti, la loro possibile provenienza, le attività antropiche che li hanno generati e gli altri parametri presi in considerazione, questa indagine denuncia un fenomeno assai grave dal punto di vista ambientale, economico e turistico e l’urgenza di mettere in atto programmi concreti per la progressiva riduzione dei rifiuti in mare e nella fascia costiera, così come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy (2008/56/CE).
Quattro rifiuti per ogni passo che facciamo sulle nostre spiagge. Di ogni tipo, colore, forma, dimensione. Invece delle conchiglie, ormai, a farla da padrona sui nostri litorali ci sono plastica, vetro o pezzi di metallo: rifiuti spiaggiati gettati consapevolmente o che provengono direttamente dagli scarichi non depurati e dall’abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera e soprattutto dalla cattiva gestione dei rifiuti a terra.
È quanto emerge dall’indagine Beach Litter 2019 condotta da Legambiente che fotografa anche stavolta una situazione critica per molti arenili italiani: su 78 spiagge monitorate, per un totale di oltre 400mila metri quadri, pari a quasi 60 campi di calcio, sono stati trovati una media di 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia.
La plastica si conferma la regina indiscussa tra i materiali più trovati, con un percentuale dell’80%, seguita da seguita da vetro/ceramica (7,4%), metallo (3,7%) e carta/cartone (3,4%). Sul podio dei rifiuti più trovati ci sono i frammenti di plastica, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione, anelli e tappi di plastica e infine i cotton fioc, che salgono quest’anno al terzo posto della top ten. I rifiuti plastici usa e getta sono stati rinvenuti nel 95% delle spiagge monitorate. Si tratta di oggetti creati per finire la loro vita immediatamente o poco dopo il loro utilizzo, come bottiglie, stoviglie e buste, e sui quali è necessario insistere a livello legislativo metterei a livello europeo, sia per la loro riduzione che per un più controllato e corretto smaltimento se si vuole affrontare con determinazione il problema del marine litter.
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