Consegnate oggi 10 ottobre 2017 al Presidente del Senato Pietro Grasso le oltre 82.000 firme raccolte dalla coalizione italiana #salvailsuolo Le associazioni promotrici: “varare subito la legge nazionale contro il consumo di suolo e tolleranza zero all’abusivismo”.

Pubblicato il 10 ottobre 2017 ore 12:12 da Gianfranco Cipriani

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Petizione ‘Salvailsuolo’

Consegnate oggi al Presidente del Senato Pietro Grasso le oltre 82.000 firme raccolte dalla coalizione italiana #salvailsuolo

Le associazioni promotrici: “varare subito la legge nazionale contro il consumo di suolo e tolleranza zero all’abusivismo”

Oltre 82.000 cittadini italiani hanno chiesto di tutelare il suolo libero e sano, una risorsa essenziale alla produzione agricola ma che è anche il più efficace sistema di difesa da alluvioni e altri eventi catastrofici. Le recenti tragedie ci ricordano che quando non si rispetta il suolo, le pur doverose opere di difesa sono sempre insufficienti a garantire la protezione di cittadini, abitazioni e città. Ora spetta al Parlamento rispettare la volontà dei cittadini e sbloccare la legge per il contenimento del consumo di suolo e la difesa delle aree agricole.

Un contributo importante, quello dei firmatari italiani, che pesa sulle oltre 212.000 firme raccolte a livello europeo ed eccede largamente il quorum fissato per il nostro Paese dalla Commissione Europea (54.750 firme): si tratta di un dato significativo che testimonia la sensibilità presente nel nostro Paese riguardo ai troppi fenomeni di degrado a carico del suolo, ed in particolare la cementificazione che ricopre ampie parti di territorio. Secondo gli ultimi dati ISPRA, in Italia al 2016 risultano cementificati oltre 23 mila km2 (pari alla dimensione di Campania, Molise e Liguria messe insieme), il 7,6% del territorio nazionale. Il consumo di suolo procede a un ritmo di 3 metri quadri al secondo, senza risparmiare aree di grande valore paesaggistico e naturalistico, o di estrema vulnerabilità a rischi ambientali, come alluvioni, frane e terremoti. Il tutto in mancanza di una norma efficace che regoli la demolizione degli edifici abusivi.

Oggi a Palazzo Madama le associazioni della coalizione italiana #salvailsuolo (formata da ACLI, Coldiretti, FAI – Fondo Ambiente Italiano, INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF) hanno incontrato e consegnato simbolicamente le firme al Presidente del Senato Pietro Grasso, chiedendo di varare entro la legislatura la legge per il contenimento del consumo di suolo e la difesa delle aree agricole già approvata dalla Camera nel maggio 2016 e ferma da più di 500 giorni in Senato. Un provvedimento i cui obiettivi sono fermare il consumo di suolo e incentivare da subito la rigenerazione urbana e l’edilizia di qualità.

“Se il nostro Paese appare più fragile di altri agli eventi catastrofici, le colpe non sono solo del cambiamento climatico, ma di come abbiamo trattato il territorio negli ultimi decenni – dichiara Damiano Di Simine, portavoce della coalizione italiana #Salvailsuolo – Con le firme raccolte in Italia sproniamo il Parlamento a varare entro la legislatura il disegno di legge per il contenimento del consumo di suolo e la difesa delle aree agricole, e a bloccare il ddl Falanga in approvazione, che rischia di vanificare tutti gli sforzi messi in atto per contrastare l’abusivismo edilizio.”

Le associazioni chiedono anche rigore e vigilanza per evitare che nella discussione della legge di stabilità non ci siano colpi di mano rispetto agli impegni assunti con la finanziaria dell’anno scorso: ovvero che sia del tutto ripristinato, dal 1 gennaio 2018, il vincolo alla destinazione delle risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Ciò è indispensabile da un lato per sostenere gli interventi di rigenerazione urbana, e dall’altro per evitare che nei comuni sopravviva un meccanismo perverso di incentivazione di consumi di suolo in cambio di entrate fiscali impiegabili con ampia discrezionalità per ripianare i bilanci.

Consegnate le firme, le principali associazioni ambientaliste italiane restano in attesa di una risposta da parte del Parlamento e del Governo, ma allo stesso tempo evidenziano la necessità di agire anche a livello europeo: fermare il degrado del suolo è un preciso target sottoscritto con l’adesione all’agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile a cui la UE ha aderito con convinzione, ma ad oggi il suolo e la sua tutela continuano ad essere temi sconosciuti per il diritto europeo. La petizione, oltre che in Italia, ha raccolto oltre 212.000 firme negli altri Paesi dell’Unione Europea, e i promotori sono determinati a far pesare questo primo risultato che testimonia di una crescente consapevolezza dei cittadini verso l’esigenza di tutelare una risorsa naturale da cui tutti dipendiamo per la produzione di cibo e benessere.

La Coalizione italiana #salvailsuolo – formata da ACLI, Coldiretti, FAI – Fondo Ambiente Italiano, INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF

Presentazione dell’iniziativa a Maruggio (Ta)

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Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile, un’area estesa come l’intera città di Roma.

Senza un suolo sano e vivo non c’è futuro per l’uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali. Nonostante questo, in Europa, non esiste una legge comune che difenda il suolo. I cittadini di tutta Europa chiedono di difenderlo dal cemento, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi. Insieme a noi, oltre 400 associazioni chiedono all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l’acqua e come l’aria.

COSA CHIEDIAMO
Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.
Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall’eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall’erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.

Sabato 22 aprile 2017 in Piazza del Popolo a Maruggio, i volontari dei locali circoli ACLI e LEGAMBIENTE, allestiranno un banchetto informativo dove sarà possibile firmare la petizione ed avere ogni informazione in merito. Inoltre la raccolta firme proseguirà sino a tutto settembre prossimo, presso i locali del circolo ACLI in via Vittorio Emanuele, 29 a Maruggio (Ta)

#People4Soil è un’Iniziativa dei Cittadini Europei sostenuta da più di 400 associazioni.
Tieni pronta la tua carta di identità e clicca qui per salvare il suolo con la tua firma.

Un milione di firme per fermare il consumo e arginare il degrado del suolo: è l’obiettivo della ECI – Iniziativa dei Cittadini Europei People4soil, presentata oggi a Torino dal palco di Terra Madre, con l’obiettivo di ottenere una efficace legislazione comunitaria per la tutela del suolo.
Difendere il suolo vuol dire proteggere il paesaggio, la biodiversità e i servizi fondamentali per il nostro benessere, che dipendono da un territorio in buona salute. Il fatto che l’UE non abbia ancora una legislazione per arginare il consumo e il degrado di suolo contraddice la centralità che, fin dall’origine, il progetto comunitario europeo ha assegnato alla sicurezza e alla sovranità alimentare, da attuare garantendo il lavoro agricolo e l’accesso alla buona terra come presupposti per la prosperità e la convivenza pacifica dei popoli europei.
I suoli europei non bastano più da tempo a coprire i fabbisogni alimentari della popolazione dei Paesi membri. Per questo decine di milioni di ettari in ogni parte del Pianeta sono sfruttati intensivamente per il mercato europeo, talvolta dopo aver costretto le comunità rurali di questi Paesi a esodi forzati. Allo stesso tempo però l’Europa perde suolo: per il solo effetto della crescita di urbanizzazioni e infrastrutture, nell’ultimo cinquantennio l’Europa ha perso una estensione di suolo agricolo di superficie pari a quella dell’intera Ungheria. Ma il suolo è anche molto altro: i suoli europei intrappolano una quantità di carbonio immensa, che equivale ad oltre 40 volte la CO2 emessa annualmente da trasporti, settore civile, industria. Il suolo è la culla della biodiversità terrestre e depura le acque, le assorbe e trattiene, svolgendo un ruolo fondamentale nella corretta gestione della risorsa idrica e nella prevenzione dei danni delle alluvioni.
Proprio per questo appare anacronistico che l’Europa non si sia ancora dotata di alcuna norma comune per la protezione della risorsa suolo, né di un programma di obiettivi vincolanti e di parametri per prevenire e contrastare gli inquinamenti, l’erosione, il degrado di una risorsa molto vulnerabile. Nell’Europa a 28 l’utilizzo smodato del territorio è legato alla crescita disordinata di edifici, cave, infrastrutture: negli anni 2000 il consumo di suolo è aumentato al ritmo di 100.000 ettari ogni anno (una superficie equivalente a quella di una città come Roma).
La petizione si firma anche online: per i cittadini italiani sul sito www.salvailsuolo.it su cui è possibile aderire fornendo i propri dati anagrafici.

Presidenti delle organizzazioni della task force italiana:

Roberto Rossini, ACLI
Roberto Moncalvo, Coldiretti
Andrea Carandini, FAI Fondo Ambiente Italiano
Silvia Viviani, INU Istituto Nazionale di Urbanistica
Rossella Muroni, Legambiente
Fulvio Mamone Capria, Lipu
Gaetano Pascale, Slow Food Italia
Donatella Bianchi, WWF Italia

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