Il 95% è plastica! – Risultati dell’indagine BEACH LITTER 2017 sui rifiuti spiaggiati a Campomarino di Maruggio, a cura dei volontari della Legambiente

Pubblicato il 9 aprile 2017 ore 07:21 da Gianfranco Cipriani

08042017_1

Si è svolta sabato 8 aprile, per la prima volta sulle spiagge di Campomarino di Maruggio (Ta), un’indagine conoscitiva sulla tipologia e quantità dei rifiuti spiaggiati. Volontari del locale circolo della Legambiente di Maruggio, hanno svolto attività di monitoraggio su di un tratto di costa di competenza territoriale, in località “Monaco“.

L’indagine BEACH LITTER è realizzata dalla Legambiente nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med. Dal 2014 i volontari di Legambiente monitorano le spiagge italiane con l’obiettivo di indagare quantità e tipologia di rifiuti presenti sui litorali. 

08042017_2

Le aree di indagine scelta per effettuare il campionamento, è stata la spiaggia libera non ancora pulita in vista della stagione balneare, in località “Monaco”, in corrispondenza del cavalcavia conosciuto meglio come “ponte secco”. La lunghezza dell’area soggetta al monitoraggio è standard (100 metri) mentre la larghezza varia a seconda dell’ampiezza della spiaggia, dalla battigia sino al sistema dunale, o alla vegetazione e/o ai manufatti; che nel caso specifico si attestava intorno ai 10 metri, per una superficie totale campianata di circa 1.000 metri quadri.

Ogni singolo campionamento ha seguito uno specifico protocollo di monitoraggio scientifico redatto da Legambiente sulla base di quello elaborato dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA nel 2014.

08042017_6

Nonostante l’area di indagine risultasse a prima vista, moderatamente sporca, il numero totale di oggetti rinvenuti su di una superficie di 1.000 mq circa, è stato di 860. Ben il 95% dei rifiuti totali è costituito da sostanze plastiche, centinaia di tappi di varia dimensione, imballaggi e involucri alimentari, oltre 50 rifiuti legati al settore pesca in particolare reti e «calze» da mitili. Trovati purtroppo rifiuti da mancata depurazione, cotton fioc in primis, per un numero di oltre 100 pezzi rinvenuti.

Il restante 5% dei rifiuti rinvenuti, è costituito essenzialmente da materiali in vetro, tessili, gomma e minuteria varia.

08042017_8

Da segnalare, anche se non fa parte integrante dell’indagine in corso, la presenza considerevole di micro plastica.
La frammentazione graduale dei rifiuti plastici abbandonati nell’ambiente genera un inquinamento irreversibile e incalcolabile. Per effetto di onde, correnti, irradiazioni UV e altri fattori, i rifiuti sono destinati a frammentarsi in milioni di micro particelle che si disperdono nell’ecosistema marino e costiero vengono ingerite dalla fauna marina. Attraverso la catena alimentare, la plastica arriva anche sulle nostre tavole con le sue sostanze nocive.

Alcuni scatti fotografici, durante le operazioni di monitoraggio:

08042017_3

08042017_4

08042017_5

Attività svolta nell’ambito del progetto pluriennale in corso VIVEREleDUNE, presentato a gennaio 2015 riguardante la salvaguardia e promozione delle dune di Campomarino; progetto che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Maruggio con delibera di giunta n. 11 del 28 gennaio 2015

08042017_banner

Presentazione dell’iniziativa:

30032017_1

“Il problema dei rifiuti spiaggiati e di quelli in mare – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – rappresenta la punta dell’iceberg di un problema molto più complesso che deve essere affrontato al più presto. Circa il 70% dei rifiuti che entra a contatto con l’ecosistema marino affonda e solo il 15% resta in superficie. Per questo è urgente mettere in programma azioni per la progressiva riduzione dei rifiuti in mare e nella fascia costiera, come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy, che in Italia non sono ancora state messe in campo. Il nostro Paese faccia la sua parte e raccolga la sfida dell’obiettivo che impone la direttiva Marine Strategy ai paesi membri: raggiungere il buono stato ecologico per i nostri mari entro il 2020. Senza dimenticare che per contrastare l’abbandono selvaggio dei rifiuti, è indispensabile un impegno comune e il coinvolgimento delle amministrazioni e dei cittadini. La spiaggia e il mare sono un bene comune da proteggere, e non una discarica a cielo aperto. Per questo Legambiente questo week-end con Spiagge e Fondali puliti invita tutti a partecipare alla grande pulizia delle spiagge, delle scogliere e dei fondali in programma in tutta la Penisola”.

Per la prima volta, sulle spiagge di Campomarino di Maruggio (Ta), verrà svolta durante il mese di aprile c.a., un’indagine conoscitiva sulla tipologia e quantità dei rifiuti spiaggiati. Volontari del locale circolo della Legambiente di Maruggio, svolgeranno attività di monitoraggio su di un tratto di costa di competenza territoriale, in località “Monaco“.

L’indagine BEACH LITTER è realizzata da Legambiente nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med. Dal 2014 i volontari di Legambiente monitorano le spiagge italiane con l’obiettivo di indagare quantità e tipologia di rifiuti presenti sui litorali. Grazie poi alle organizzazioni afferenti a Clean-up the Med dal 2015 il monitoraggio è stato esteso anche alle spiagge di altri paesi del Mediterraneo.

Stimando il genere più frequente di rifiuti, la loro possibile provenienza e gli altri parametri presi in considerazione, questa indagine denuncia un fenomeno assai grave dal punto di vista ambientale, economico e turistico e l’urgenza di mettere in atto programmi concreti per la progressiva riduzione dei rifiuti in mare e nella fascia costiera, cosi come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy (2008/56/CE).

La Direttiva Marine Strategy
L’obiettivo della Direttiva 2008/56/ce sulla strategia per l’ambiente marino è il raggiungimento del buono stato ecologico per le acque marine di ogni stato membro, entro il 2020. Il “buono stato” viene definito sulla base di 11 descrittori e uno di questi è proprio relativo ai rifiuti che finiscono nel nostro mare e sulle nostre spiagge:
«Descrittore 10. Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all’ambiente costiero e marino». (obiettivo al 2020)
Per raggiungere il buono stato ambientale, quindi, diventa fondamentale attuare politiche e interventi che portino alla riduzione dei rifiuti marini e costieri per ridurne la quantità e di conseguenza anche l’impatto che ancora oggi hanno sull’ecosistema.

30032017_2

Criteri dell’indagine di Legambiente
Ogni singolo campionamento ha seguito uno specifico protocollo di monitoraggio scientifico redatto da Legambiente sulla base di quello elaborato dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA nel 2014.
Le aree di indagine sono state scelte in modo da effettuare il campionamento su spiagge libere non ancora pulite in vista della stagione balneare. La lunghezza dell’area soggetta al monitoraggio è standard (100 metri) mentre la larghezza varia a seconda dell’ampiezza della spiaggia, dalla battigia sino al sistema dunale, o alla vegetazione e/o ai manufatti.
Il campionamento avviene percorrendo la spiaggia in modo sistematico, ortogonalmente alla linea di costa, lungo transetti distanziati di circa 2 metri, ed annotando sulla scheda tutti gli oggetti rinvenuti sulla superficie del sedimento (senza scavare).
I principali indicatori presi in considerazione sono composizionedel rifiuto, quantità e dimensione dello stesso. Nell’individuazione della tipologia di rifiuto, Legambiente ha fatto riferimento ai numeri ed alle relative categorie OSPAR.
I risultati sono espressi in quantità totale di rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia.

2016 – RISULTATI IN SINTESI spiagge italiane

Clicca qui per scaricare il Rapporto BEACH LITTER 2016

Nel 2016 l’indagine è stata eseguita su 47 spiagge italiane ed ha monitorato complessivamente un’area di 106.245 mq, pari a più di 800 campi da beach volley. Sono stati rinvenuti 33.540 rifiuti spiaggiati, di cui circa l’80% di dimensione inferiore ai 25 cm. Sul totale dell’area indagata sono stati trovati una media di 714 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia.
La regina indiscussa si conferma, anno dopo anno, sempre la plastica. Nel 2016 è il 76% degli oggetti catalogati ad essere costituito interamente o in parte da plastica.

Per quanto riguarda la tipologia dei rifiuti monitorati, dall’indagine di Legambiente emerge che ben il 30% è costituito da oggetti per il packaging, di cui il 26% da imballaggi e involucri alimentari (ad es. bottiglie, contenitori, stoviglie) e il 4% da packaging non alimentare (es scatole e teli). Da sottolineare che gran parte del packaging alimentare consiste di imballaggi usa e getta di plastica. Al secondo posto troviamo i rifiuti da mancata depurazione (cotton fioc in primis ma anche blister dei medicinali e deodoranti per wc, ad esempio), quasi a quota 5000 oggetti, e al terzo posto i rifiuti derivanti dal fumo (mozziconi di sigaretta, pacchetti vuoti e accendini). Più di 2000 i rifiuti legati al settore pesca (in particolare reti e «calze» da mitili) con il 6% e con il 3% troviamo la categoria degli inerti e materiali da costruzione abbandonati sulle spiagge.

Info: www.legambiente.it/marinelitter

30032017_banner

Portale web ufficiale dell’Associazione di Promozione Sociale LEGAMBIENTE MARUGGIO © 2014-2021