Risultati BEACH LITTER 2018 nazionale dell’indagine sui rifiuti spiaggiati, eseguita anche su 4 spiagge di Campomarino di Maruggio a cura dei volontari della Legambiente e del Servizio Civile del Comune di Maruggio

Pubblicato il 25 maggio 2018 ore 14:40 da Gianfranco Cipriani

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Indagine Beach Litter 2018

Su 78 spiagge monitorate trovati una media di 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, regina incontrastata la plastica.

Quattro rifiuti per ogni passo che facciamo sulle nostre spiagge. Di ogni tipo, colore, forma, dimensione. Invece delle conchiglie, ormai, a farla da padrona sui nostri litorali ci sono plastica, vetro o pezzi di metallo: rifiuti spiaggiati gettati consapevolmente o che provengono direttamente dagli scarichi non depurati e dall’abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera e soprattutto dalla cattiva gestione dei rifiuti a terra.

È quanto emerge dall’indagine Beach Litter 2018 condotta da Legambiente che fotografa anche stavolta una situazione critica per molti arenili italiani: su 78 spiagge monitorate, per un totale di oltre 400mila metri quadri, pari a quasi 60 campi di calcio, sono stati trovati una media di 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia.

In Puglia l’indagine ha coinvolto 6 spiagge, nello specifico la spiaggia Parco Cimino di Taranto, le spiagge Marchese, Mirante, D’Ayala, Piri Piri di Maruggio (TA) e la litoranea P. Mennea di Barletta (BT).

La plastica si conferma la regina indiscussa tra i materiali più trovati, con un percentuale dell’80%, seguita da seguita da vetro/ceramica (7,4%), metallo (3,7%) e carta/cartone (3,4%). Sul podio dei rifiuti più trovati ci sono i frammenti di plastica, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione, anelli e tappi di plastica e infine i cotton fioc, che salgono quest’anno al terzo posto della top ten. I rifiuti plastici usa e getta sono stati rinvenuti nel 95% delle spiagge monitorate. Si tratta di oggetti creati per finire la loro vita immediatamente o poco dopo il loro utilizzo, come bottiglie, stoviglie e buste, e sui quali è necessario insistere a livello legislativo metterei a livello europeo, sia per la loro riduzione che per un più controllato e corretto smaltimento se si vuole affrontare con determinazione il problema del marine litter.

Scarica il dossier completo l’indagine Beach Litter 2018

Leggi le fasi d’indagine svolte a Campomarino di Maruggio:

BEACH LITTER 2018 fase 1 di 4 spiaggia “Marchese” 
BEACH LITTER 2018 fase 2 di 4 spiaggia “Monaco/Mirante” 
BEACH LITTER 2018 fase 3 di 4 spiaggia “D’Ayala”
BEACH LITTER 2018 fase 4 di 4 spiaggia “Piri Piri”

Presentazione iniziativa BEACH LITTER 2018

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L’indagine BEACH LITTER è realizzata da Legambiente nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med. Dal 2014 i volontari di Legambiente monitorano le spiagge italiane con l’obiettivo di indagare quantità e tipologia di rifiuti presenti sui litorali. Grazie alle organizzazioni afferenti a Clean-up the Med il monitoraggio è stato esteso anche alle spiagge di altri paesi del Mediterraneo.

Stimando il genere più frequente di rifiuti, la loro possibile provenienza, le attività antropiche che li hanno generati e gli altri parametri presi in considerazione, questa indagine denuncia un fenomeno assai grave dal punto di vista ambientale, economico e turistico e l’urgenza di mettere in atto programmi concreti per la progressiva riduzione dei rifiuti in mare e nella fascia costiera, così come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy (2008/56/CE).

Per la seconda volta, sulle spiagge di Campomarino di Maruggio (Ta), verrà svolta durante il mese di aprile 2018, un’indagine conoscitiva sulla tipologia e quantità dei rifiuti spiaggiati. Volontari del locale circolo della Legambiente, in collaborazione con i ragazzi del Servizio Civile del Comune di Maruggio; svolgeranno attività di monitoraggio su alcuni tratti di costa di competenza territoriale.

Citizen science e rifiuti spiaggiati

È dal 2014 che i volontari di Legambiente e della rete Clean Up the Med effettuano il monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge del Mediterraneo. Un incredibile esempio di monitoraggio scientifico portato avanti da cittadini (citizen science) che, opportunamente formati, danno un contributo importante alla raccolta dati usando un protocollo comune.

Il protocollo utilizzato è stato sviluppato sulla base di quello creato dal Gruppo Tecnico sui rifiuti marini della Marine Strategy Framework Directive (MSFD Technical Subgroup), seguendo un metodo standardizzato che permette il confronto tra i dati raccolti da chiunque lo utilizzi.
Standard è anche la lista di nomi e i codici specifici che sono utilizzati per catalogare gli oggetti.

Nei quattro anni di monitoraggio in Italia la media dei rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia si attesta attorno ai 696 oggetti. La plastica resta la regina indiscussa, come ormai noto, una percentuale che varia negli anni dal 65 all’84%, ma in alcune singole spiagge raggiunge anche il 99%.

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L’indagine Beach Litter 2017 in Italia

62 spiagge monitorate tra aprile e maggio, 41.623 rifiuti, totale area campionata di oltre 200mila metri quadri e unamedia di 670 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, questi i dati principali dell’indagine 2017.

La plastica si conferma il rifiuto più presente (84% degli oggetti rinvenuti).
La top ten dei rifiuti più trovati è guidata da alcuni oggetti che ritroviamo anno dopo anno, con percentuali diverse a seconda delle spiagge monitorate. Nel 2017 la classifica è guidata dalle reti per la coltivazione dei mitili, chiamate anche calze, che rappresentano l’11% del totale dei rifiuti. Seguono tappi e coperchi, oggetti piccoli e che si disperdono facilmente. Sempre presenti i mozziconi di sigaretta, al quarto posto quest’anno, come anche le bottiglie per bevande e i cotton fioc, simbolo per eccellenza di inadeguata depurazione in quanto oggetti che vengono troppo spesso buttati nel wc.

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Quali sono le principali fonti dei rifiuti sulle spiagge?

Per comprendere più a fondo il problema dei rifiuti spiaggiati e, soprattutto, le soluzioni da adottare, è necessario considerare a quali attività antropiche sono legati i rifiuti che si trovano sulle spiagge italiane. La cattiva gestione dei rifiuti urbani (scorretta gestione dei rifiuti a monte, attività turistiche e ricreative, abbandono consapevole) è responsabile della metà dei rifiuti presenti sulle spiagge italiane (49%). I rifiuti legati alle attività di pesca e acquacoltura sono il 14%, responsabili di una media di 95 oggetti ogni 100 metri di spiaggia. Alla sola acquacoltura è imputabile il 77% di questo tipo di rifiuti.

L’inefficienza dei sistemi depurativi e, innanzitutto, la cattiva abitudine di buttare i rifiuti urbani nel wc, è responsabile del 7% della presenza di bastoncini cotonati, ma anche blister di medicinali, contenitori delle lenti a contatto, piccoli aghi da insulina, assorbenti o applicatori e altri oggetti di questo tipo che ritroviamo sulle spiagge.

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Clicca qui per scaricare il Rapporto BEACH LITTER 2017

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