VIDEO – Il promontorio della “Madonna dell’Altomare”, viaggio alla scoperta e promozione della nostra terra, a cura della Legambiente di Maruggio

Pubblicato il 4 febbraio 2017 ore 16:15 da Gianfranco Cipriani

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L’indole alla promozione attiva del nostro territorio, è da sempre nel dna di molti attivisti dell’Organizzazione di Volontariato della Legambiente di Maruggio. Non potevamo esimerci quindi dal proseguire questa passione, incrementando le attività promozionali già in corso.
Contestualmente quindi alle tante attività vertenziali atte alla tutela e salvaguardia ambientale; attività didattiche e di educazione ambientale, iniziamo oggi un nuovo ciclo promozionale dedicato alla scoperta dei tanti piccoli e grandi tesori ambientalistici ed architettonici – senza trascurare le tante risorse umane – che custodisce la nostra terra!
Partiamo da un luogo magico, molto caro a tantissimi maruggesi e non, il promontorio della Madonna dell’Altomare a Campomarino di Maruggio.
Buona visione!

Maruggio: da Artemis Bendis alla Madonnina dell’Altomare. I resti di un antico tempio precristiano.
di Gianfranco Mele

Non è una novità il fatto che luoghi di culto cristiani siano edificati in aree precedentemente caratterizzate dalla presenza di culti pagani, specialmente in contesti ove l’attaccamento delle genti all’antico culto e ai luoghi che lo celebravano era difficile da sradicare. Sul litorale di Maruggio (Ta), in zona denominata “Capoccia Scorcialupi”, più comunemente conosciuta come “La Madonnina”, “La Madonnina dell’Altomare”, o “Stella Maris”, sorge un tempietto dedicato alla Madonna, sulle rovine di un antico luogo di culto dedicato ad Artemis Bendis.
La cappelletta della Madonnina dell’Altomare sulla collinetta Storici e archeologi hanno identificato questa località come facente parte del tracciato dei santuari di frontiera della Magna Grecia, nel periodo in cui la colonizzazione si espanse fino ad abbracciare parte del cosiddetto “nord-salento”, ovvero la zona che dalla costa risale verso le attuali Monacizzo (sede in antichità di un tempio dedicato a Minerva), Agliano in agro di Sava (con un santuario di confine dedicato a Demetra e 1Kore), e altre località viciniori. Non è da escludere, tuttavia, che alcuni di questi siti fossero stati luoghi di culto e di insediamento già in epoca arcaica e poi “rivitalizzati” dalla occupazione magno-greca che estese sin là il suo dominio.
Nel 1964 l’archeologo Peter Throckmorton scopre il relitto di una nave greca nel mare antistante la località Capoccia-Scorcialupi. L’esplorazione del relitto si compie l’anno successivo: la nave trasportava un carico di anfore corinzie insieme ad altre di Soli (Cipro). Le terrecotte furono datate tra il V e il IV secolo a. C. e furono conservate presso il Castello Aragonese di Taranto. E’ di questo periodo, inoltre, la notizia del ritrovamento sulle dune, presso la “Madonnina”, di blocchi di un antico edificio e di frammenti di ceramica che va dal 600 a.C. All’età ellenistica.

Nel 1968 riprendono le ricerche, e sul piccolo promontorio costiero ove è ubicato il tempietto della Madonnina dell’Altomare, viene individuata e rinvenuta una antica area sacra caratterizzata da un saccello e una stipe votiva, che conteneva numerose terrecotte raffiguranti Artemis Bendis con le ontè e cerbiatto.
Il tempietto di Artemide viene individuato come un Santuario di Confine, posto sul limite del territorio magno-greco e al confine con quello messapico. Il culto di Artemis Bendis in questa località risalirebbe, come già si è accennato, al V e al IV sec. a.C., ma è possibile che sia presente già in età arcaica se ad esso devono essere riferite anche delle epigrafi votive ritrovate a Torricella, a 5 km dal sito, ove si pensa fossero state trafugate o comunque trasportate in un periodo successivo all’epoca del culto.
Il Culto di Artemis Bendis è stato individuato in diversi siti dell’area di Taranto e della Lucania, e tutti i reperti votivi in terracotta caratterizzati da una divinità con copricapo leonino, calzari ed altri accessori specifici, sono stati identificati come appartenenti a questa divinità che ha origini trace. Artemis Bendis è in genere raffigurata come una cacciatrice con leontè (copricapo con testa di leone) ed arco, accompagnata da un cerbiatto.
Si tratta di una divinità spesso collegata alla sfera cultuale di Demetra, che ad Eleusi svolge la funzione di Propylaia, divinità “delle porte” e dei riti di passaggio, garante e protettrice del cambiamento di status religioso o sociale. E’ anche signora degli animali e divinità dei boschi e dei luoghi incolti.

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